Dall’aura di «intoccabili», al rischio di licenziamento. È il destino che attende trenta lavoratori assunti in Atac durante la gestione degli amministratori delegati Adalberto Bertucci e Antonio Marzia, condannati per abuso d’ufficio. Il Tribunale ha, infatti, disposto l’invio alla municipalizzata delle motivazioni della sentenza di condanna in primo grado dei vertici dell’azienda operativi nel biennio tra il 2008 e il 2010, affinché «proceda al ripristino della legalità», violata dalla presenza di dipendenti le cui assunzioni sono ritenute «illegittime e illecite». Parole che hanno un significato preciso: avvio delle procedure di licenziamento. Un’operazione che – secondo i giudici – sarà compiuta a 7 anni di distanza dal tentativo fatto nell’ottobre 2010 dall’ad Maurizio Basile, impegnatosi a ripristinare «i criteri minimi di legalità». Il dirigente fu però costretto ad alzare bandiera bianca perché – come sottolineato dal Tribunale – fu ostacolato «da precise volontà politiche dei vertici dell’amministrazione comunale». E il collegio cita anche uno scontro riferito da Basile con il sindaco Gianni Alemanno che terminò con le dimissioni dell’ad a soli 5 mesi dall’insediamento perchè – per il collegio – non ebbe la possibilità di licenziare nessuno. A rischiare di venire essere messi alla porta sono per esempio la cubista Giulia Pellegrino, oggi operativa in Atac all’ufficio multe. Al passo d’addio c’è Emanuela Gentili, che – ricorda il tribunale – è stata la segretaria fino al 2008 dell’attuale presidente del parlamento Europeo, Antonio Tajani. Nella lista degli assunti nell’era della «Parentopoli Atac» senza il rispetto delle procedure, rientra Barbara Pessimena, moglie di Marco Visconti (difeso dall’avvocato Valentina Angeli, e assolto dall’accusa dal Tribunale per l’ingresso della compagna nella municipalizzata), assessore all’ambiente nella giunta di centrodestra. Un’altra «intoccabile» fino a ieri è stata Cristiana Polla, membro dello staff che organizzò la compagna elettorale dell’allora candidato sindaco Alemanno. La lista comprende anche Flaminia Mariani, nipote del deputato Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia). Tutte le contrattualizzazioni «furono frutto, per il collegio, di decisioni clientelari poiché molti degli assunti, privi di professionalità, erano legati con esponenti di politici di Forza Italia o Alleanza Nazionale».