Eti, il ritorno della sigaretta italiana

“L’ex carrozzone dei Monopli ora è una spa che dà utili. E che sfida la Philip Morris”.
Roma – Monopoli si Stato era sinonimo di carrozzone. Oggi l’Ente Tabacchi (che poi è una Spa) è una società che ha reso al suo azionista, il Tesoro, circa 4 mila miliardi di lire in tre anni, dal ’99 al 2001 tra dividendi e liquidità. Il prossimo passo è la privatizzazione che si avvicina a grandi passi. Tutto ciò è passato attraverso una ristrutturazione che non è costata nemmeno un’ora di sciopero. “Abbiamo adottato una politica di concentrazione e non abbiamo mai cessato di dialogare anche nei momenti di più forte conflittualità”, ricorda adesso Maurizio Basile che si occupa dei tabacchi di Stato dal ’98, prima come commissario straordinario nel momento del conferimento dei rami d’azienda dai Monopoli e ora come presidente e amministratore delegato dell’Eti. Non lo dice apertamente ma è chiaro, da come parla, che va fiero della sua “creatura” che è destinata a passare a nuove mani con la privatizzazione.
Com’è cambiata la società dei tabacchi di Stato?
“Il 1° gennaio ’99 la produzione era articolata in 16 stabilimenti che oggi sono diventati 7, ne abbiamo chiusi nove. La produzione media pro capite è passata da 11.000 a 30.000 chili l’ora ma quando andrà a regime l’accordo con i sindacati, nel 2003, arriveremo a 45 mila. Avevamo un organizo di 7 mila addetti ora siamo intorno a 3.200 ma l’anno prossimo scenderemo a 2.100”.
Che rapporti avete con i sindacati?
“Abbiamo sottoscritto due importanti accordi nell’aprile 2000 e a giugno di quest’anno. L’ultimo ha consentito di privatizzare il rapporto di lavoro. I dipendenti che finora erano pubblicisono confluiti nel contratto alimentaristi. Inoltre è stato approvato un accordo integrativo con un ulteriore piano di riorganizzazione. Non abbiamo mai rinunciato al dialogo e tutto questo ha comportato una grossa creazione di valore”.
Possiamo fare qualche numero?
“Al netto della fiscalità, i ricavi della gestione caratteristica sono arrivati a circa 610 milioni di euro, con un margine operativo lordo (Mol) intorno ai 160-170 milioni, pari al 26-27% dei ricavi. A regime il Mol salirà a 185-190 milioni. L’esercizio chiuso al 30 settembre 2001 ha registrato 107 milioni di utile netto sui quali ha influenzato però una plusvalenza di 92 milioni. Il netto effettivo sarebbe quindi di 15 ma è un rislutato che spesa il costo della ristrutturazione. Quest’anno riteniamo che avremo un utile in consistente crescita”.
Insomma il riassetto è completato e ha dato i suoi frutti. Resta ancora una debolezza nelle vendite.
“Da fine anni ’80 al ’98 i Monopoli hanno perso il 50% della propria quota di mercato. Nel ’98 l’azienda aveva il 32% dei consumi italiani e il calo di vendite era andato tutto a beneficio di Phipip Morris. Siamo intervenuti subito su tre linee: rivisitazione della miscela, del pacchetto e con la sponsorizzazione Aprilia. Abbiamo rivitalizzato il marchio Ms che è il nostro più venduto e creato una rete di 150 venditori che non esisteva. Le vendite sono scese al 26-27 per cento oggi ma abbiamo almeno bloccato l’effetto d’inerzia e lanciato due nuovi prodotti, Ms 821 e Sax che credo ci daranno grosse soddisfazioni. Non voglio dire di più ma comincerò a essere più ottimista a settembre, quando avrò dati più precisi”.
A proposito di Philip Morris, che fine faranno i contratti con la privatizzazione dell’Eti?
“Produciamo 16 milioni di chili di sigarette per conto di Philip Morris sulla base di un contratto del 2001 che ha validità 5 anni. È circa un terzo della nostra produzione. Abbiamo poi un contratto di distribuzione tramite la nostra controllata Etinera. Entrambi prevedono clausole risolutorie unilaterali qualora Philip Morris valuti che i nuovi azionisti dell’Eti possano avere un potenziale conflitto d’interesse nei suoi confronti. È una potenzialità: bisognerà quindi verificare caso per caso a seconda dell’esito della provatizzazione”.
Barbara Corrao