Così sarà rilanciato lo scalo di Fiumicino

“Fiumicino sconta i ritardi di investimenti, accumulati nei cinque-sei anni a partire dalla privatizzazione, dal 2000 al 2005. Ci vorranno alcuni anni per recuperare”. Maurizio Basile, arrivato alla guida di Aereoporti di Roma (AdR) nel maggio 2006, prepara il piano di rilancio del principale scalo nazionale, controllato da Gemina, cioè Medio banca, Benetton, Clessidra, Ligresti, Capitalia. La turbolenza tra i soci è terminata, con l’uscita con l’uscita dall’azionariato, già concordata, di Macquaire e della famiglia Romiti, che guidò la privatizzazione. Basile riprende in pieno il ruolo di amministatore delegato. “Nel periodo 2000-2005 AdR ha investito circa 60 milioni di euro l’anno, mentre il piano per l’acquisto dall’Iri prevedeva circa 90 milioni. In euro per passeggero, AdR ha investito circa un quarto rispetto ai principali scali europei”.

In questi giorni ci sono disagi.

Esempio dei disservizi è il Bhs, il sistema automatizzato dei bagagli. È vecchio di 11 anni. Il secondo Bhs avrebbe dovuto essere pronto due anni fa, adesso ce ne vorrebbe un terzo. Ma solo ora stiamo partendo con la realizzazione. Avremo un secondo Bhs nel 2009, con una spesa di 20 milioni. L’altro nel 2011 con il nuovo Molo C, i cui lavori sono già appaltati per 150 milioni.

E il picco di traffico estivo?

Insieme al pesidente Fabrizio Palenzona abbiamo avviato una serie di iniziative, quest’anno investiremo 90 milioni. Per i bagagli abbiamo costituito squadre di emergenza, con circa 50 addetti, anche per il caricamento a mano. Abbiamo un progetto di terminal per i voli sensibili, verso Stati Uniti, Londra, Israele. Per lasciare sterile l’area vicina all’accettazione, non ci è consentito usare tutti i banchi nek terminal C, agli intercontinentali. Abbiamo deciso di costruire un terminal riadattando vecchi capannoni, con una spesa di 8,5 milioni, per liberare capacità. Se ci sbrighiamo, saremo pronti a maggio-giugno 2008.

Il piano paralizzato dalle liti con Macquaire?

Lo stiamo aggiornando, è ragionevole pensare che a metà settembre lo presenteremo al cda. Sarà un piano 2008-2017 con investimenti sui 2 miliardi di euro, di cui, 1,6 miliardi nella parte aviation, infrastrutture e subsistemi, 400 milioni per gli investimenti immobiliari connessi. Nei primi quattro anni ci sono 550 milioni. La capacità dello scalo, che quest’anno cresce dell’8% e avrà 32 milioni di passeggeri, salirà a 45 milioni.

Comprerete i terreni di Maccarese, di Benetton?

Lo sviluppo di quella direzione era previsto già dal piano Iri nel 1974. L’estensione di Fiumicino va oltre il nostro piano, nel quale ci sarà lo studio di prefattibilità dell’aerostazione Nord e della quinta pista. AdR non comprerà terreni, sarà l’Enac a espropriarli ai diversi proprietari e a darli in concessione.

All’estero?

Un punto strategico sarà lo sviluppo internazionale. AdR aveva una partecipazione negli aereoporti in Sudafrica che, dopo la privatizzazione, è stata venduta. È stato un errore, va ripresa quella pista. Ci sono investimenti con un redditività interessante, in Medio ed Estremo Oriente, dal Qatar alla Cina. Occorrono le risorse.

Farete un terzo aereoporto per le low cost nel Lazio?

Le autorità hanno deciso di limitare Ciampino, che ha avuto una crescita da 800mila a cinque milioni di passeggeri in cinque anni. Non ci opponiamo, ma chiediamo di realizzare e gestire un terzo scalo low cost per non perdere il traffico di Ciampino, che diventerà un city airport, per aerei fino a 60 posti. Possiamo spendere 100 milioni, per il nuovo aereoporto ci vorranno tre-quattro anni da quando si comincia.

Viterbo sembra la scelta più logica.

Non vogliamo entrare nella diatriba tra Viterbo, Latina o Frosinone. Abbiamo indicato una griglia di criteri. La decisione è di competenza delle autorità, Enac, Enav e ministero dei Trasporti.

Il ministero ha ridotto da 138 a 100 i voli al giorno a Ciampino. Chi si sposta a Fiumicino?

La decisone non può avvenire che su base volontaria, concertata. Un’ipotesi è EasyJet, se accettasse avremmo la soluzione. Ma non possiamo riconoscere incentivi. Lo spostamento è temporaneo, un portage in attesa del nuovo scalo low cost, perchè i nostri clienti a Fiumicino non vogliono le compagnie low cost.

Gianni Dragoni